In questi giorni ho seguito più regolarmente i commenti sui vari blog. Alcuni vorrebbero accreditare una situazione locale a dir poco catastrofica nonostante i lavori in corso per centinaia di migliaia di euro e le iniziative svolte in tutti i settori. A mio avviso possiamo dire, a distanza di undici mesi dalla scadenza amministrativa, di avere la coscienza a posto. Chi vorrà ricandidarsi potrà farlo a pieno titolo. In questi quattro anni sono stati attivati canali di finanziamento che hanno riguardato la Provincia, la Regione e lo Stato e i risultati si sono visti. Certo, se si portano a termine, ad esempio, dieci iniziative, c'è sempre chi mette in evidenza l'undicesima non realizzata. Ma questa è la prerogativa dell'avversario, che tende a sottolineare una situazione del paese sempre pessima insieme ad una presunta capacità di saper affrontare i problemi meglio degli amministratori in carica. Se si vogliono trovare degli argomenti per il gusto di polemizzare, qualcosa da dire si trova sempre, ma credo che le questioni non si affrontino con la demagogia.
Se vogliamo fare di più, e su questo dobbiamo sempre puntare, è fondamentale una disponibilità ad un confronto privo di personalismi. Occorrerebbe inoltre maggiore collaborazione (come letto da qualche parte) che può manifestarsi i diversi modi non soltanto nel senso più stretto del termine.
Non vorrei dare l'impressione di voler colpevolizzare "gli altri". Questa è una considerazione che riguarda tutti, me compreso. Nel corso della nostra attività amministrativa, la passione politica qualche volta ci ha portato a misurarci con toni eccessivamente forti. Il bello di queste situazioni è che dovrebbero sfociare nel classico caffè preso insieme. Ma le parole quando sono forti incrinano i rapporti, e le insinuazioni velenose irritano gli animi. Di contorno c'è chi ci ascolta o ci legge e che potrebbe essere influenzato a stare CONTRO una parte o l'altra: non tanto PER qualcosa da poter o dover FARE.
Nell'affermare ciò, non posso che sostenere la posizione di coloro che vedono un pericolo per l'evoluzione della nostra cittadina se la polemica si accentua artatamente. Il richiamo alla libertà di pensiero e di parola non deve mai dare il diritto di esprimersi senza pensare al rischio che potrebbe correre il nostro territorio a livello di immagine. A maggior ragione se si usa internet per discutere. Non siamo più ai livelli del volantino che si consegna nelle piazze ai cittadini. Ma la nostra , si sa, è una società all'interno della quale ognuno decide di fare ciò che vuole, anche di sbagliare.
Vorrei discutere di queste cose con i miei "migliori nemici" come ho già fatto con altri che adesso considero "ex nemici". Si arriva sempre ad un punto di incontro quando c'è la volontà di parlare disinteressatamente. Ti accorgi che la discussione serve quando cominciano le ammissioni di errori commessi da entrambi ed è un segno di ulteriore maturazione. A questo punto una grande controversia potrebbe portare ad un rapporto di reciproca stima. Non è utopia pensare che aldilà delle proprie convinzioni politiche può rimanere o può instaurarsi una amicizia sincera e duratura.
GIAN BATTISTA DE FILIPPIS