domenica 18 novembre 2007

PARLIAMO DELLA CARENZA IDRICA

A mio avviso c’è stato un errore di fondo quando all’epoca decisero di creare i cosiddetti Ambiti Territoriali Ottimali che sostituirono i vecchi consorzi. Suddivisero il territorio in modo pedestre includendo il nostro comune nell’ambito n° 4 (Acqualatina), mentre l’acquedotto che noi stessi utilizziamo (si fa per dire) è sotto la gestione dell’ACEA-Ambito n° 5 (provincia di Frosinone). Ci troviamo pertanto in una situazione paradossale in cui l’effettivo controllo dell’acqua è esercitato da una società che opera in un ambito che non è il nostro. In una situazione del genere è facile sospettare che l’ACEA pensi prioritariamente agli interessi dei propri comuni. E il nostro, che subisce tra l'altro il disagio di una condotta obsoleta e lunghissima, non è tra quelli. Ricordiamo comunque che all’epoca del Consorzio degli Aurunci, quando i comuni (tra cui Lenola) facevano parte di un unico organismo, il problema già esisteva. Ma la situazione per noi si è aggravata in seguito alla invenzione degli ambiti.
Quindi, prendiamocela pure con Acqualatina, lo abbiamo fatto anche noi, se questo può servire a sollevare il problema della carenza idrica; “diamo addosso” anche al comune, ma non dimentichiamo che alla fine per risolvere le nostre questioni è opportuno individuare bene le responsabilità. Altrimenti i colpevoli rimarranno tranquillamente dietro le quinte senza preoccuparsi più di tanto. Certamente non voglio fare il difensore di Acqualatina: nell’assumere questo incarico avrebbe dovuto conoscere la situazione generale dei territori che si apprestava a gestire ed obbligatoriamente e tempestivamente avrebbe dovuto valutare il modo di offrire un adeguato servizio a tutti gli utenti. Adesso la società è costretta a rimediare con le autocisterne, con notevole dispendio di risorse finanziarie che potevano essere impiegate in altro modo, continuando a razionare l’acqua perché comunque insufficiente e indugiando sulle richieste di intervento nelle abitazioni o aziende locali dove a causa della scarsa pressione non arriva mai. Proprio per questo i contatti con i dirigenti di Acqualatina continuano ad essere costanti e quasi sempre conflittuali.
Per tali motivi, come si fa a non condividere le varie forme di protesta, una delle quali ha portato Lenola in cronaca nazionale? Ben vengano le associazioni e i gruppi locali, che svolgono una funzione importante, ad incalzare chi di dovere. Quando si attuano iniziative su cose reali non si può parlare di denigrazione verso il proprio paese. Parlerei più che altro di difesa dei propri diritti che sono calpestati. La diffamazione c’è quando si vogliono far credere e/o si vogliono far rilevare, generalmente sulla stampa, cose non vere.
Tutto questo ragionamento si riferisce alla situazione attuale. Dobbiamo anche dire che per fortuna sono iniziati i lavori del nuovo acquedotto. Qualcuno, nel post precedente, penso abbia centrato bene la questione che riguarda la garanzia della fine dei lavori nei tempi previsti. Gli amministratori regionali della precedente legislatura decisero di affidare la gestione dei lavori alla XXII^ Comunità Montana. Non fummo d’accordo, ma pensammo principalmente all’importanza della realizzazione di un’opera tanto attesa dalla popolazione e alla fine non opponemmo più ostacoli. Adesso assistiamo ad un modo di andare avanti che lascia un po’ perplessi. Infatti le procedure riguardanti i diritti di passaggio della condotta ancora non sono terminate e ciò solleva legittime preoccupazioni sui tempi. A tal proposito il direttore dei lavori, ing. Sergio Lucianetti, ha invitato ad un incontro, che si è tenuto il giorno 16 novembre scorso, il presidente e il responsabile dell’ufficio tecnico della comunità montana, i sindaci di Lenola e Vallecorsa e il tecnico incaricato dalla giunta comunitaria a definire la questione dei diritti di passaggio. Quest’ultimo non si è presentato e non ne conosciamo le ragioni. Di conseguenza il nostro impegno rimane quello di vigilare costantemente allo scopo di risolvere l’annosa questione della carenza idrica per la prossima estate. Ma sarebbe opportuno e più giusto che fossero, in primo luogo, gli organi dell’ente montano a verificare il normale andamento dei lavori e delle procedure, e a vigilare sui tecnici da loro incaricati i quali sono diretta emanazione della XXII^ Comunità Montana. Spero non lo facciano con sciatteria, perché la popolazione di questo comune ha raggiunto il limite della sopportazione.

GIAN BATTISTA DE FILIPPIS